18 marzo 2018

"L'Espresso"

Anna, la sub nel mare di Brooklyn

Manhattan Beach di Jennifer Egan (Mondadori)

E’ una meraviglia, il nuovo romanzo di Jennifer Egan. Forse perché è una scrittrice capace di meravigliare prima di tutto se stessa. Sempre. Nessuno è versatile quanto lei. E questa continua sfida fa la differenza. Può passare attraverso la lingua, quando gioca con le più raffinate tecniche narrative, rendendole vive, senza mai cadere nell’esercizio di stile (Il tempo è un bastardo, Premio Pulitzer). O attraverso la scelta di un genere letterario, che rispetta e insieme tradisce, allargandone i confini: dal romanzo gotico (Guardami o La fortezza) alla spy story scritta a misura di tweet (Scatola nera).

Con Manhattan Beach (traduzione di Giovanna Granato, Mondadori) Egan supera se stessa. E’ un romanzo storico? Solo in parte. E’ ambientato nel cantiere navale di Brooklyn durante la Seconda guerra mondiale. Anna, la protagonista, è la prima donna palombaro, che si immerge con uno scafandro di novanta chili addosso per riparare le navi. Ma anche una gangster story. C’è Dexter Styles, proprietario di locali notturni, boss dei traffici intorno al porto. Era dai tempi di Gatsby che la letteratura non ci faceva innamorare tanto di un personaggio del genere. E insieme un romanzo d’avventura. E un romanzo di guerra, anche se la guerra è raccontata da chi non è partito. E pure un mystery. Volendo una storia d’amore, ma senza il romanticismo d’ordinanza. Qualunque griglia è ribaltata dalla bravura di una scrittrice che non ha paura di affrontare nessun genere, perché sa mescolarli tutti, e innovarli. Trovatene un’altra.

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