13 agosto 2017

"L'Espresso"

Donne in bianco e noir

Il bambino di Fiona Barton ( Einaudi Stile Libero )

E’ tutto al femminile il nuovo romanzo di Fiona Barton, Il bambino (traduzione di Carla Palmieri, Einaudi, pp. 426). Emma, Angela, Jude, Kate: cosa lega queste donne? La giornalista di nera Kate Waters adesso indaga su un cold case, turbata dal ritrovamento dello scheletro di un neonato, sepolto in un giardino di Londra, chissà quanti anni prima. La narrazione procede a sbalzi, saltando da un punto di vista all’altro, come nel libro precedente. E di nuovo si parla di bambini rapiti. Del resto, La vedova è stato un best seller internazionale, forse un po’ sopravvalutato (è forte solo l’idea di fondo: dare voce ai parenti degli assassini, invece che a quelli delle vittime), quindi la formula funziona.
Il bambino però parte lento, anche se poi succede quel che deve succedere e il lettore resta finalmente coinvolto. La macchina corre e alla fine tutto torna, perché l’ingranaggio è perfetto. Fiona Barton, non c’è dubbio, è una brava professionista. Sa scrivere bene, in ogni caso meglio di tanti suoi famosi colleghi di mystery. Ha una sua eleganza nel rendere caldi i personaggi e sa muoversi perfino con raffinatezza oltre la trama incalzante del racconto di suspense. E sono belli gli affondi nel mondo del giornalismo, che conosce perché, come Kate Waters, è stata giornalista di nera.
Cosa le manca per essere una grande scrittrice di noir alla Patricia Highsmith? L’ambiguità. La struttura è quella di un noir ma la visione del bene e del male – il bene di qua e il male di là – è netta e facile come in un thriller. Tanto vale inseguire un serial killer allora, senza troppe pretese.

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