16 luglio 2017

"L'Espresso"

Segreti di coppia

Una separazione di Katie Kitamura ( Bollati Boringhieri )

«Quante volte ci viene offerta l’occasione di riscrivere il passato, e quindi il futuro?» Più che un noir, Una separazione (trad. Costanza Prinetti, Bollati Boringhieri pp. 189, € 16,50) di Katie Kitamura, autrice americana di origini giapponesi, è un romanzo che s’interroga sulla falsificazione del passato.
Tutto comincia con una telefonata: la suocera della protagonista (e voce narrante) vuole sapere dov’è suo figlio. E lei è costretta a rispondere che non lo sa. Sono separati da sei mesi, ma Christopher le ha chiesto di non dirlo a nessuno. Quindi tocca alla presunta moglie andare in Grecia a cercarlo.
Si ritrova in un albergo vuoto, dove non c’è nemmeno suo marito. E’ appena partito per alcuni giorni, le dicono. Resta sola fra personaggi sinistri e il suo diventa un viaggio nell’estraneità in cui soltanto una coppia ti può precipitare. Non ha più niente di certo in mano: nemmeno la fine del suo matrimonio. L’atto del parlare è importante ma quell’unica parola necessaria – divorzio – non è mai stata pronunciata. «Ogni storia d’amore richiede una scenografia, un pubblico, perfino – o forse soprattutto – quelle sincere», ma qui il pubblico manca e lei non è «né dentro né fuori dal matrimonio».
Anche «la linea fra la morte e la vita» è incerta. Almeno fino a quando non viene ritrovato il corpo del marito. «C’è un motivo se i vivi sono perseguitati dai morti, ed è che i vivi non possono perseguitare i vivi allo stesso modo», scrive Kitamura. Sarà «la morte, più che la vita, a far rivivere una relazione indesiderata». E lei dovrà decidere se essere una vedova o una donna divorziata.

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